SOMMARIO

Conservo gelosamente con cura i cataloghi Brownells degli anni ‘80 (mi secca un po’ aggiungere “del secolo scorso”), non solo perché mi ricordano i tempi in cui si aspettava “il pacco dall’America” con trepidazione, sperando che il pacco non fi nisse in dogana, caso in cui bisognava scrivere al solerte impiegato che – no! – l’impugnatura di gomma di una revolver non è “parte essenziale di arma” per la caotica legge italiana sulle armi.

I cataloghi Brownells erano il non plus ultra per l’appassionato di armi, grazie alle loro immagini (rigorosamente ancora in bianco e nero) e alle loro descrizioni tecniche accurate. Nelle sue fantasticherie, ognuno di noi immaginava che il magazzino di Montezuma, Iowa, fosse una specie di tana di Alì Babà con ogni ben di Dio per customizzare (già allora si cominciava a pronunciare questo neologismo di successo) le armi che portavamo al poligono.

Oggi esiste la Brownells Italia, molto più vicina all’appassionato non solo perché ha ridotto la distanza - dalla leggendaria Montezuma alla ben più conosciuta Val Camonica - ma soprattutto perché è in grado di fornire un servizio tecnico costante, e in italiano, a chi si accinge a fare acquisti per soddisfare l’incurabile male della customizzazione. 

Il servizio di supporto tecnico è un primo aspetto, ma anche la certezza di ricevere il pacco senza pastoie burocratiche e con la certezza del “soddisfatti o rimborsati” garantita da un operatore italiano, non è un aspetto da sottovalutare.

I “tempi eroici” saranno anche finiti, ma che bello vivere nell’era della comodità!

Paolo Tagini