Il potere lesivo dei coltelli

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Il potere lesivo dei coltelli

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Le lame corte, i coltelli, compaiono spesso nei fatti di cronaca nera, un po' in ogni parte del mondo. Proviamo a fare luce sulla loro reale lesività

Lesività delle lame tascabili...o quasi

Perché il coltello?

un tipico coltello pieghevole moderno, fabbricato dalla CRKT, con lama in acciaio AUS 8, di circa 9cm. Il manico è in nylon rinforzato con fibra di vetro

un tipico coltello pieghevole moderno, fabbricato dalla CRKT, con lama in acciaio AUS 8, di circa 9cm. Il manico è in nylon rinforzato con fibra di vetro

I coltelli offrono diversi vantaggi: non hanno numeri di matricola, non occorre nessuna licenza per acquistarli, non soffrono dei malfunzionamenti tipici delle armi da fuoco, non si scaricano, sono lesivi, possono costare poco, non fanno rumore e ultimo ma non per importanza, a differenza di un’arma da fuoco, che essendo un meccanismo complesso necessita di un particolare apprendimento all’uso, i coltelli,  oggetti di uso comune e giornaliero, possono essere maneggiati a dovere da chiunque, anche senza aver frequentato corsi di combattimento con l’arma bianca. 

Per quanto riguarda il materiale delle lame, non basterebbe un libro per parlare di questo argomento. In breve, dai primi manufatti in silice, si è passati dal rame, al bronzo, al ferro forgiato, all’acciaio al carbonio e in seguito a quello inox. Le varie tipologie di acciai e spessori della lama, sono impiegati in base alla destinazione d’uso che si ipotizza per il determinato utensile.

Tipologie

il linerlock è costituito da una lamina elastica metallica che, a lama in apertura, si dispone contro il tallone della lama stessa, impedendone la chiusura involontaria

il linerlock è costituito da una lamina elastica metallica che, a lama in apertura, si dispone contro il tallone della lama stessa, impedendone la chiusura involontaria

Nei fatti di cronaca sono utilizzati tutti i tipi di coltelli: dal temperino con lama di pochi centimetri al Machete. Non meno presenti i coltelli da cucina, immancabili nelle nostre abitazioni o i cutter che, da attrezzi multiuso utilizzati per lavori disparati, possono trasformarsi in temibili strumenti lesivi. 

Dopo aver letto la perizia di un “esperto”, dove un misero coltello mono-filo a lama fissa, di bassa fattura, dotato di fodero in plastica, è stato definito “pugnale dotato di fondina”, cerco di fare un po’ di chiarezza, elencando i principali tipi di coltello. 

A grandi linee, iniziamo a dividere i coltelli in fissi e pieghevoli. I primi sono costituiti da un solo pezzo di metallo dal quale è ricavato lama e impugnatura. Per aumentare il grip, sul manico sono applicate le guance in vario materiale organico (osso, corno) o sintetico (neoprene, micarta). Se il coltello è dedicato al survival o per scopi militari, è previsto un fodero anch’esso fabbricato in vari materiali. I coltelli fissi sono dotati di un solo filo. Può essere presente  un falso filo nella parte antero superiore. In alcuni modelli è presente una lavorazione seghettata del filo che può essere parziale o totale (serrated in inglese). Alcuni coltelli hanno la lama seghettata nella parte posteriore superiore, adatta a recidere piccoli arbusti. Questa tipologia di coltelli a lama fissa, dotati di un solo filo, piano o seghettato, sono considerati attrezzi  da lavoro. Se la lama possiede due fili è considerata arma adatta solamente ad offendere. È in questa categoria che rientrano i pugnali.

un pugnale della Extrema Ratio modello Suppressor Ordinanza GIS

un pugnale della Extrema Ratio modello Suppressor Ordinanza GIS

il coltello romano, detto anche serratore o a scrocco, simile al catalano, in una riproduzione dell'artigiano Nino Nista, dotato di sistema di blocco della lama detto a scrocco a causa del rumore provocato durante l'apertura

il coltello romano, detto anche serratore o a scrocco, simile al catalano, in una riproduzione dell'artigiano Nino Nista, dotato di sistema di blocco della lama detto a scrocco a causa del rumore provocato durante l'apertura

L’ingombro dei coltelli a lama fissa, fa preferire per il porto occulto i modelli che hanno la lama rientrante nel manico. Questi coltelli, detti a serramanico, non devono essere confusi con i coltelli a scatto e neanche denotano se il coltello sia dotato di blocco della lama o meno. Serrare è sinonimo di chiudere. Infatti in questa tipologia di coltello l’impugnatura assolve anche alla funzione di fodero della lama la quale, fissata al manico tramite un elemento che ne permette la rotazione di 180°, può essere così ripiegata nell’apposito recesso ricavato nel manico. La rotazione della lama può avvenire su un semplice perno (pernio) o mediante l’utilizzo di cuscinetti a sfera. L’apertura può essere completamente manuale,  parzialmente assistita o completamente automatica, come nel classico stiletto. In altri modelli, poco diffusi, la lama fuoriesce scorrendo anteriormente dal manico.

I coltelli a serramanico, come già detto, possono essere privi di blocco della lama. Alcuni modelli offrono un discreto contrasto tra la parte posteriore del tallone della lama e la molla esterna, detta anche susta, posta superiormente al manico. Per evitare che l’utilizzatore si ferisca manovrando il coltello, si applicano diversi tipi di blocco alla lama e in alcuni casi è prevista perfino una sicura che impedisce la disattivazione involontaria del blocco. Questi accorgimenti esistono da anni. Un esempio tipico è il famoso sistema a “scrocco” utilizzato nel coltello serratore romano. 

un tipico coltello dotato di chiusura detta a "pompa". si nota sul manico lo sguscio posteriore che consente di azionare la molla per sbloccare la lama

un tipico coltello dotato di chiusura detta a "pompa". si nota sul manico lo sguscio posteriore che consente di azionare la molla per sbloccare la lama

Negli anni sono stati sviluppati vari sistemi di blocco come quello più diffuso, attuato da una lamina interna laterale, detto liner lock. Abbastanza comune anche il blocco a “pompa” detto alla tedesca. 

In caso di utilizzo difensivo/offensivo, i coltelli pieghevoli possono essere celati con facilità rispetto a quelli fissi ma sono svantaggiati  nell’uso immediato. 

Per ovviare al ritardo di messa in opera, alcuni pieghevoli sono dotati di apertura agevolata tramite fori o risalti ricavati sulla lama. I coltelli di questo tipo possono essere aperti con una sola mano. Anche i coltelli pieghevoli possono avere la lama a filo piano, parzialmente o totalmente seghettata. 

Spesso i coltelli pieghevoli sono dotati di una clip che, consentendo l’aggancio agli indumenti  favorisce la rapidità di estrazione, evitando inoltre la perdita dell’oggetto.  

Come funziona

un coltello aggressivo della Extrema Ratio modello Dark Talon dotato di lama 125mm, in acciaio inox N690Co 58HRC

un coltello aggressivo della Extrema Ratio modello Dark Talon dotato di lama 125mm, in acciaio inox N690Co 58HRC

Il coltello è un meccanismo semplice che funziona con il principio del cuneo che, a sua volta, è l’applicazione pratica del piano inclinato. Il cuneo può essere utilizzato per separare due oggetti congiunti o dividere in due parti un oggetto. I coltelli, grazie alla punta acuminata e all’angolo estremamente acuto del filo, possono produrre facilmente ferite profonde; non è richiesta neanche una grande forza, esercitando una modesta pressione o spinta, possono bucare o tagliare in seguito all’azione di strisciamento. 

In mancanza  dei coltelli, per provocare ferite, sono utilizzati oggetti più disparati. Punteruoli, cacciaviti accette, rompighiaccio. La lista è interminabile. Nei fatti di cronaca difficilmente si utilizzano costosi coltelli da collezione. Spesso il coltello utilizzato, è quello trovato a portata di mano in cucina o acquistato per pochi soldi nel supermercato. Da tenere presente che un economico coltello da cucina, anche se dotato di lama poco spessa, può produrre gli stessi effetti terminali di un costoso coltello da collezione. 

In un combattimento, utilizzando gli arti superiori per portare dei colpi con efficacia verso l'avversario, si deve imprimere una certa velocità al braccio. Inoltre, per evitare di rompersi un dito della mano o slogarsi un polso mentre si sferra un pugno, occorre aver appreso una buona tecnica.

Coltello SOG modello KIKU, lama di circa 9cm, in acciaio AUS 8, manico in micarta

Coltello SOG modello KIKU, lama di circa 9cm, in acciaio AUS 8, manico in micarta

Il coltello, in virtù dell’effetto cuneo, della punta acuminata e del filo tagliente, aumenta considerevolmente la potenzialità offensiva di chi lo utilizza. Non occorre molta forza o conoscere particolari tecniche. 

A differenza delle armi da fuoco, che richiedono addestramento specifico, il coltello, oggetto di uso comune, intuitivo e giornaliero, risulta più immediato nell’uso offensivo/difensivo. Per ottenere la penetrazione della lama su un corpo, occorre applicare una minima energia, grazie alla superficie d’appoggio estremamente ridotta. La minore energia richiesta  dal coltello, consente di velocizzare e moltiplicare i colpi inferti, riducendo il tragitto dell’arto che infligge i colpi. Non solo, la rotazione del braccio o del polso che impugna il coltello, e il movimento dell’aggredito, può consentire di provocare ferite molto più estese dell’altezza della lama.

Un tagliente ha il potere di recidere i tessuti per azione di strisciamento o pressione provocando abrasioni, ferite lineari, a lembo o amputazioni da fendente. L’effetto più vistoso e letale è la fuoriuscita di sangue provocata dalle ferite. 

Effetti delle lesioni

CRKT modello Otanashi Noh Ken, dotato di ulteriore sicura del liner. la lama in acciaio AUS 8 è lunga 1115mm. Il coltello è adagiato su una pietra belga da affilatura

CRKT modello Otanashi Noh Ken, dotato di ulteriore sicura del liner. la lama in acciaio AUS 8 è lunga 1115mm. Il coltello è adagiato su una pietra belga da affilatura

Per valutare gli effetti lesivi su un corpo umano, provocati da quelli meccanici sopra descritti, ho inizialmente consultato quanto riportato su un manuale dal titolo “Get Touch, How to win in hand-to-hand fighting”, redatto nel 1942 dal capitano W.E. Fairbairn, nel quale sono riportati i tempi che occorrono per mettere un avversario - fuori combattimento - in seguito a ferite da coltello inferte in varie zone del corpo. Queste tempistiche sono state analizzate recentemente da un esperto di sicurezza che, in seguito a ulteriori indagini, non ha trovato riscontri riguardo i dati riportati da Fairbairn. 

Per verificare seriamente dati critici non mi fido molto del web, dove purtroppo si ammassano informazioni troppo spesso non verificabili e per assurdo si rischia di trovare qualcuno che ti vuole convincere che, in base a determinati sintomi, una persona adulta di sesso maschile, potrebbe auto diagnosticarsi di essere al 7° mese di gravidanza. Scherzo... ma nemmeno tanto però.

Quindi, per valutare gli effetti lesivi delle lame e le tempistiche varie, non potendo entrare nel merito, ho chiesto l’autorevole collaborazione del Professore Giuseppe Richichi, esperto cardiologo specializzato in emodinamica, che si è gentilmente prestato a dipanare molti dubbi. Visto che le ferite da lama provocano emorragie importanti, spesso mortali, ho ritenuto opportuno consultare un esperto di circolazione sanguigna, al posto di un medico legale.

(per decisione del Prof. Richichi e dell'autore del presente articolo, le seguenti informazioni sono fornite solo in lingua inglese)

Il Prof. Giuseppe Richichi

Il Prof. Giuseppe Richichi

EDUCATION AND QUALIFICATIONS

  • Doctor of Medicine and Surgery, magna cum laude, at University La Sapienza of Rome, Italy, academic year 1964.
  • Cardiovascular Disease Specialist, magna cum laude, at University La Sapienza of Rome, Italy, academic year 1967.

 

WORK EXPERIENCE

  • Assistant Director of the Department of Cardiology S. Filippo Neri Hospital from 1967 to 1984.
  • Director of Interventional Cardiology Unit at S. Filippo Neri Hospital. Rome, Italy from 1984 to 2007.

 

ACADEMIC APPOINTMENTS, PROFESSIONAL BACKGROUND AND PUBLICATIONS

  • Visiting Professor at Medicine and Surgery University, Tor Vergata of Rome, Italy, learning course in Prevention of Cardiovascular Disease, to a Post Graduate Diploma in Hygiene and Public Health Survey, from 1988 to 1994.
  • Lecturer at Medicine and Surgery University Tor Vergata of Rome, Italy, Learning Course in Interventional Cardiology, leading to a post graduate Diploma in Cardiology from 1998 onward.
  • Fellow of Italian Society of Interventional Cardiology (GISE- SICI).
  • Member of SIC, EAPCI, and ESC (Italian and European Associations of Clinical Cardiology and interventional Cardiology).
  • Principal local Investigator in the following TRIAL: Bracco – Esprit – Starc 2 Presto - Thyphoon - Spirit 4.
  • Author and Co-Author of about 200 articles, published in National and International Journals of Cardiology.
  • Promoter and Member of the Official Regional Committee for the Project of the early treatment of AMI by network connection of Spoke and Hub Center in Lazio District, Italy.
  • Scientific and Technical Cooperator with the Interventional Cardiology Unit of Clinique CLAIRVAL in Marseille, France, from 1990 onward.
  • After his retirement as Director of Interventional Cardiology at S. Filippo Neri Hospital of Rome (2007), he has practiced Clinical Cardiology and attended meetings and seminars which promote advanced researches in Cardiology.
  • In 2009 was awarded the Italian Society of interventional Cardiology (GISE- SICI) prize for the development of Interventional Cardiology in Italy.
riproduzione artigianale di un coltello detto mozzetta, in uso dopo una legge del 1908, emanata in Italia  da G.Giolitti, all'epoca Presidente del Consiglio dei Ministri, che vietava il porto di modelli dotati di punta con i quali si commettevano frequenti ferimenti e omicidi

riproduzione artigianale di un coltello detto mozzetta, in uso dopo una legge del 1908, emanata in Italia da G.Giolitti, all'epoca Presidente del Consiglio dei Ministri, che vietava il porto di modelli dotati di punta con i quali si commettevano frequenti ferimenti e omicidi

Il Professor Richichi ha confermato che, i tempi riportati da Fairbairn, sono contraddittori e privi di fondamento. Anche la revisione è molto imprecisa e riporta una tempistica che sembra per “sentito dire”. 

Un esempio per tutti. Afferma il Professor Richichi: “ è evidente la contraddizione tra il tempo di sopravvivenza di 20 min per una lesione della carotide (collo) e di 2 min per una lesione dell’aorta (torace o addome), tenuto conto del fatto che la carotide è l’arteria più vicina all’aorta. Le due arterie hanno la stessa tempistica di 2 -3 min. Mi sembra impossibile calcolare la tempistica della vena giugulare interna che decorre molto vicina alla carotide e che, quindi, solo in casi eccezionali può essere colpita senza il contemporaneo coinvolgimento della carotide. 

Idem per l’arteria e la vena succlavia che decorrono appaiate sotto la clavicola.  I vasi suddetti non sono comprimibili, mentre è comprimibile l’arteria brachiale e la femorale per cui è corretta l’osservazione che soggetti con queste ferite si possano salvare entro 50-60 min.

nella foto neck knife e un mini push dagger. questi coltellini, sebbene dotati di lame dalle dimensioni ridotte, possono causare serie ferite

nella foto neck knife e un mini push dagger. questi coltellini, sebbene dotati di lame dalle dimensioni ridotte, possono causare serie ferite

Il professor Richichi ha tenuto a precisare che le sue osservazioni, rese come Cardiologo Interventista che, per professione lavora con il cuore, le arterie e le vene delle persone viventi e non come Medico legale che esamina cadaveri, necessitano, per chiarezza dei lettori, di una semplice ma necessaria lezione di anatomia e di fisiologia dell’apparato cardiovascolare, di seguito riportata. 

L’apparato cardiovascolare, ha due sezioni collegate in serie. La prima sezione è denominata Arteriosa o Sinistra.  E’ denominata Arteriosa perché porta sangue ossigenato di colore rosso vivo. 

E’ denominata Sinistra perché nasce dal cuore sinistro che comprende l’atrio sinistro, il ventricolo sinistro e l’aorta. L’aorta è l’arteria principale da cui nascono tutte le arterie di tutti gli organi. Questo vaso nasce dal ventricolo sinistro nel centro del torace, sale verso il collo e poi, dopo un arco, dal quale originano le arterie carotidi e succlavie, discende nel lato sinistro del torace e dell’addome. 

coltello a lama fissa Extrema Ratio modello Scout. la lama in acciaio N690, ha una lunghezza di 103mm e uno spessore di ben 5mm che indirizza questo coltello per impieghi gravosi

coltello a lama fissa Extrema Ratio modello Scout. la lama in acciaio N690, ha una lunghezza di 103mm e uno spessore di ben 5mm che indirizza questo coltello per impieghi gravosi

La seconda sezione è denominata Venosa o Destra. E’ denominata Venosa, perché trasporta il sangue “sporco” di colore rosso scuro ossia carico di anidride carbonica e di prodotti del metabolismo dei tessuti.  E’ denominata Destra perché le vene principali che si chiamano vene cave (superiore ed inferiore) decorrono nel lato destro dell’addome e del torace e sboccano nell’atrio destro. Passiamo dall’anatomia alla fisiologia. 

La pressione del sangue nella sezione sinistra è circa 15 volte maggiore di quella della sezione destra. Ad esempio, la pressione normale in Aorta è in media 120- 130 mmHg mentre la pressione in vena cava è 8 -9 mmHg. 

Da quanto premesso è evidente che l’effetto letale di una ferita penetrante da coltello dipende dalla sezione dell’apparato cardiovascolare che viene colpita. I colpi veramente letali sono quelli inferti sul collo (Aorta ascendente e carotidi)), sotto la clavicola (arterie succlavie) sul centro del torace (cuore), sul centro dell’addome (sia Aorta che Cava). 

I colpi inferti di lato sul torace e sull’addome hanno conseguenze letali diverse a seconda del lato colpito perché, sul lato sinistro del torace e dell’addome passa l’aorta, mentre su quello destro passa la cava.  Una ferita da coltello che raggiunge il lato sinistro del torace provoca la morte in un paio di minuti perché facilmente può colpire l’aorta, mentre, se raggiunge il lato destro e colpisce la vena cava  può consentire una sopravvivenza fino a 1 o 2 ore

riproduzioni di coltelli regionali italiani. Romano, sardo e anconetano. le lame sono lunghe rispettivamente 135mm, 97mm, 70mm. il romano, dotato di blocco della lama, è il più vocato a uso offensivo

riproduzioni di coltelli regionali italiani. Romano, sardo e anconetano. le lame sono lunghe rispettivamente 135mm, 97mm, 70mm. il romano, dotato di blocco della lama, è il più vocato a uso offensivo

L’importanza del lato del corpo (soprattutto del torace) che viene attinto da un’arma sia bianca che da fuoco, è chiaramente dimostrata dal caso Vannini accaduto nel 2015. Il Vannini, soggetto di 20 anni è stato attinto da un colpo di pistola calibro 9mm, all’altezza della spalla destra. La palla ha perforato il polmone destro e la vena cava superiore ed ha prodotto una emorragia molto lenta (per la bassa pressione venosa) che ha consentito una sopravvivenza di alcune ore. Il ragazzo è morto perché il presunto assassino (uomo dei servizi segreti) condannato in primo grado, ha ritardato il soccorso sperando in un tamponamento spontaneo dell’emorragia. Se il colpo di pistola avesse attinto la spalla sinistra e colpito l’aorta, il ragazzo sarebbe morto in pochi minuti. 

Le ferite inferte agli arti, se profonde, colpiscono prevalentemente le arterie. Il tempo di sanguinamento e, quindi lo stato di shock e la morte sono inversamente proporzionali alla distanza dall’aorta. Ad esempio, una ferita da taglio della succlavia o della brachiale (sia destra che sinistra) produce una emorragia molto maggiore e quindi un tempo di shock e morte più breve (pochi minuti) rispetto al taglio dell’arteria radiale o ulnare (fino a 1 ora). Analogamente per le ferite da taglio dell’arteria femorale rispetto all’arteria tibiale. 

un piccolo neck knife, dotato di foro sagomato per lo smontaggio del bushing della Colt 1911, può diventare uno strumento di offesa/difesa se impugnato opportunamente

un piccolo neck knife, dotato di foro sagomato per lo smontaggio del bushing della Colt 1911, può diventare uno strumento di offesa/difesa se impugnato opportunamente

Desidero precisare che il minutaggio non può essere definito con assoluta precisione, perché varia da individuo a individuo in ragione dell’età, del peso corporeo, dalla massa grassa, dei valori della pressione arteriosa e di eventuali comorbidità come malattie cardiovascolari, malattie del sangue, assunzione di farmaci anticoagulanti etc. 

E’ evidente che l’entità del sanguinamento è direttamente proporzionale al numero di ferite e, come ho detto, dal lato del corpo colpito e dalla profondità raggiunta. Ripetuti colpi di coltello sia a lama lunga che corta che sono inferti sul lato destro del corpo sono meno letali di quelle inferte sul lato sinistro. In ogni caso, il tempo di sopravvivenza si riduce in maniera proporzionale. 

Deve poi essere considerato che l’aumento dei battiti cardiaci che avviene sotto stress aumenta la portata. In condizioni di riposo con una frequenza di 70 battiti al minuto la portata è circa 5m litri al minuto, con una frequenza di 100 al minuto la portata aumenta a circa 7 litri. Pertanto, l’aumento di frequenza aumenta l’emorragia dalla ferita. 

Va inoltre precisato che lo stress comporta sempre un aumento della pressione arteriosa ma non di quella venosa. Pertanto, le ferite in sede arteriosa subite da un soggetto in stato di stress sanguinano più abbondantemente e non sono compensate dal presunto spasmo arterioso da stress. Considerato che lo stress può aumentare la coagulabilità del sangue, può essere protettivo nelle ferite che colpiscono le vene la cui pressione non aumenta per effetto dello stress. Quindi le ferite sulle vene superficiali risentono favorevolmente dello stress. 

Modalità di attacco e possibilità di difesa

un coltello in acciaio privo di filo, utilizzato per addestramenti al maneggio e combattimento con e contro attacchi portati con armi bianche

un coltello in acciaio privo di filo, utilizzato per addestramenti al maneggio e combattimento con e contro attacchi portati con armi bianche

Dopo quanto appreso, torniamo a parlare di corsi di difesa e di quello che si mostra in palestra o vediamo sullo schermo televisivo. Le tecniche esistono ma non sono di facile applicazione e il risultato non è mai certo. Avere un buon istruttore di difesa personale a mani nude può fare la differenza. Nella realtà si deve tenere conto che l'avversario può arrivare da tutti i lati, all’improvviso e, senza seguire una tecnica precisa, colpisce all’impazzata portando colpi ripetutamente e velocemente. 

La frequenza di omicidi, ferimenti e aggressioni perpetrate con i coltelli è in costante aumento. La loro lesività è dimostrata dai fatti di cronaca.

Molto più spesso di quanto accada con le armi da fuoco, chi è attinto da una lama, sebbene soccorso in tempi brevi non sopravvive a causa delle ferite riportate. La perdita di sangue, sebbene non provochi immediatamente la morte, fa si che questa giunga dopo un breve lasso di tempo. Le molteplici ferite inferte con un coltello provocano spesso emorragie superiori a quelle causate da un’arma da fuoco corta.  

tipica situazione da attacco con il coltello a distanza di braccio. ognuno può immaginare in un simile evento reale l'esito dello scontro

tipica situazione da attacco con il coltello a distanza di braccio. ognuno può immaginare in un simile evento reale l'esito dello scontro

Di questo dovrebbe tenere conto chi pensa di difendersi a mani nude e chi ripone troppa fiducia in una pistola in caso di difesa personale a corta distanza. Lo stesso dicasi per la cosiddetta “proporzionalità”, spesso invocata in sede di giudizio per la quale, secondo alcuni, non si potrebbe reagire con un’arma da fuoco contro un soggetto armato di coltello. La pistola, come spesso ricordo, perde la sua efficacia, soprattutto se è portata ben nascosta sotto i vestiti e oltretutto senza colpo in canna, come consiglia il solito “esperto”. 

Dalla lezione del Professor Richichi è comunque emersa l’estrema variabilità dell’esito - più o meno letale - delle ferite riportate, in relazione alla zona del corpo e allo stato di salute del soggetto attinto. 

Ricordiamo che la tecnica di mettere più distanza possibile tra noi e l’avversario, è spesso inattuabile perché gli scontri, proprio a causa della tipologia dell'arma in argomento, devono avvenire a distanza di braccio. 

L’unica possibilità che abbiamo di scampare a un attacco condotto con un coltello, è tentare di utilizzare qualsiasi oggetto a portata di mano per parare i fendenti indirizzati verso la nostra persona, in ultimo, provare a mettere in atto le tecniche apprese in palestra. Sempre che in palestra ci siamo andati, distogliendo del tempo al divano e alle partite di calcio in TV. 

Per valutare quanto riportato su questo articolo, consiglio a chi ne avesse voglia e stomaco, di cercare su internet le immagini delle ferite da coltello. Basterà digitare “stab wound” e guardare.