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Nasce GUNSweek.com Italia!

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Nasce GUNSweek.com Italia!

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A soli otto mesi dalla nascita di GUNSweek.com, il Direttore Bruno Circi inaugura la nuova piattaforma italiana - online da oggi -, raccontando le ragioni che hanno dato il via a questo nuovo progetto editoriale online, attualmente fra i migliori e più avanzati nel mondo della comunicazione dedicata alle armi.

Nasce GUNSweek.com Italia!

Ero partito con l’idea di scrivere un editoriale, per annunciare l’avvio della versione in lingua italiana di GUNSweek.com, ma poi ho pensato che l'occasione era utile per provare a spiegarvi cosa c’è dietro alla sua origine.

 

Esattamente un anno fa, l’8 settembre 2015, lasciavo la Direzione di all4shooters.com, portale web da me "immaginato" nel 2010 e poi realizzato nel 2011, di proprietà di RUAG Ammotec GmbH. Non c’erano (e non ci sono) più le condizioni affinché la mia esperienza potesse servire il progetto.

Presenti alla firma delle mie dimissioni, i dirigenti RUAG Ralph Nebe e Jürgen Flach, e Dirk Schönfeld, responsabile dell'editore tedesco VS Medien GmbH. Tutti molto lieti della mia decisione, finalmente liberi di gestire all4shooters.com con metodi e obiettivi molto diversi dai miei. Ma di fatto, la squadra di lavoro iniziò a sfaldarsi e alcuni collaboratori decisero di lasciare il progetto.

Nonostante l’epilogo, ringrazio ancora RUAG Ammotec per aver scelto me per la realizzazione e la gestione quotidiana di un progetto così ambizioso. 

 

Nel gennaio 2016, ha preso vita un nuovo progetto editoriale internazionale dedicato al mondo delle armi e del tiro: GUNSweek.com. Una piattaforma online creata e di proprietà di Digitoolmedia, una piccola società che per all4shooters.com aveva realizzato e gestito alcuni moduli strategici, ma la cui preziosa collaborazione era stata interrotta dalla dirigenza RUAG/VS Medien, il 31 agosto 2015, senza alcun preavviso, e senza che neppure io ne fossi informato. Un modo di procedere poco professionale e poco accorto nei confronti di un partner strategico. Comunque sia, questo atteggiamento privo di rispetto aiutò significativamente la mia decisione finale.

 

A occhi esperti di pubblicazioni online risulta immediatamente chiaro che GUNSweek.com è la piattaforma editoriale più avanzata nel suo genere, fra tutte quelle attive nel mondo armi a livello internazionale. A parte la qualità estetica, mi riferisco soprattutto alla sua architettura tecnica, che è quella che oggi fa la differenza, per chiunque voglia utilizzare il web per comunicare e promuovere. Me ne sono reso conto fin da quando hanno iniziato a pubblicare. E infatti, grazie alle ottime competenze di Digitoolmedia, le potenzialità di GUNSweek.com si sono mostrare già fin dal suo lancio, avvenuto a Las Vegas in occasione dello SHOT Show 2016.

 

Ma a gennaio 2016, GUNSweek.com non era niente più che la comprensibile reazione di un fornitore strategico all’inaspettata “dismissione” del rapporto bilaterale di fiducia decisa unilateralmente dal suo cliente, RUAG Ammotec. Una reazione comunque lecita e comprensibile, quella di Digitoolmedia, in un mercato di libera concorrenza.

 

Successivamente allo scadere dei termini contrattuali che mi legavano a RUAG Ammotec GmbH, nell’aprile di quest’anno 2016 ho ricevuto da Digitoolmedia la proposta di assumere la direzione GUNSweek.com, con il preciso obiettivo di renderla competitiva sul mercato internazionale. Ho accettato con entusiasmo, attratto da quello che vedevo. 

 

Nel corso dei suoi primi otto mesi di vita, GUNSweek.com ha pubblicato contenuti in sola lingua inglese, utilizzando quasi esclusivamente materiale proveniente da Press Kit aziendali, è vero, ma presentati in un modo visivamente molto accattivante ed arricchiti da illustrazioni originali di elevata qualità. Ma d’altra parte, le capacità e l’esperienza delle persone che collaborano con Digitoolmedia sono davvero notevoli, e il risultato qualitativo è stato tangibile fin dall’inizio.

 

Sta di fatto che nel ricevere l’incarico di dirigere GUNSweek.com, e nel definire le attività primarie su cui lavorare, ho avuto fin da subito due obiettivi prioritari: integrare i contenuti editoriali con notizie e articoli di approfondimento, e contemporaneamente, realizzare una versione del portale in lingua italiana.

 

Il secondo dei due obiettivi nasce dal semplice fatto che sono italiano e vivo in Italia. Ma nasce anche dalla considerazione che nel mercato italiano della comunicazione online nel mondo armi c’è ampio spazio per un contenitore, un magazine, una piattaforma online tecnologicamente avanzata e in grado di operare efficacemente all’interno delle attuali logiche e dinamiche – giornalistiche e tecnologiche – dei potenti strumenti che il web offre, ma che il mondo imprenditoriale armiero italiano invece non usa, ancora molto legato com’è alla carta stampata, purtroppo sempre più sofferente sotto tutti i punti di vista, in tutto il mondo.

 

Si tratta di un problema legato ad una sorta di implosione culturale del mondo armi, dovuta principalmente a discutibili scelte di comunicazione di moltissime aziende, ancora convinte che “il Web è lì comunque, è gratis e non serve quindi investirci nulla”. Gli imprenditori che fanno questo ragionamento sono poi però gli stessi che si lamentano di una supposta (in tutti i sensi) crisi del mercato, senza rendersi conto di esserne una delle cause.

Così facendo, continuando ad investire (ma sempre meno) sulla carta stampata, le aziende si sono rese co-responsabili della crisi del mercato che ha colpito alcuni comparti del mondo armiero, ovvero: non hanno più comunicato nulla alle nuove generazioni. Un fatto questo che in Italia ha anche impedito la formazione di una nuova compagine di appassionati di armi tecnicamente preparati.

 

Intendiamoci, sto parlando di un fenomeno “generazionale”, che ha colpito e reso sofferente la comunicazione in tutti i settori merceologici, in tutto il mondo. Ma il punto è che in molti altri settori, imprenditori intelligenti hanno saputo reagire adeguatamente ai cambiamenti della società. Ma nel mondo delle armi e delle attività sportive ad esso collegate, in molti casi siamo ancora fermi a decine di anni fa.

I miei colleghi della carta stampata non me ne vogliano: mi sono formato anch’io sulla carta, per venticinque anni, e la mia stima nei loro confronti non diminuisce. Ma queste mie considerazioni descrivono oggettivamente uno stato di fatto del mercato dell’informazione a livello internazionale.

 

Se quindi negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita costante e significativa d’interesse per segmenti legati al mondo delle armi tattiche e dei loro derivati civili legittimamente utilizzabili in ambito sportivo, questo è accaduto perché le aziende non hanno ritenuto utile investire nella comunicazione online, convinti che il proprio sito aziendale (= catalogo + listino prezzi), sarebbe stato sufficiente a tutelare i propri interessi e – non si sa perché – anche la buona salute e l’esistenza stessa di un mercato di riferimento.

 

Da che mondo è mondo, qualsiasi pubblicazione ha bisogno del supporto economico del mercato, per poter offrire ai propri lettori contenuti emozionali di qualità corrispondenti ai loro interessi, alle loro passioni.

Per questo, che siano su carta o su digitale, li definiamo Media: perché sono il mezzo che permettere di connettere CHI fa cosa, con CHI vuole cosa.

A causa della crisi dell’editoria su carta, ma anche dell’irrazionale decisione di voler ignorare il Web e i mutamenti sociali, questa connessione è stata interrotta anni fa. Il risultato di tutto questo è ora davanti ai nostri occhi: con interi segmenti di appassionati di armi a cui nessuno ha più raccontato nulla, perché gli editori, in costante competizione fra loro (a volte giustamente, a volte no) hanno dimenticato il loro ruolo di mediazione, che imporrebbe loro di offrire ai lettori un mix editoriale di qualità. Ma senza investimenti, la qualità non si può fare.

 

Mentre questo accadeva, videogamers in tutto il mondo trovavano sul web tutto quello di cui avevano bisogno, assorbendo (inevitabilmente) l’interesse per le armi tattiche anche dal cinema e dalle fiction. E infatti sono ormai tutti lì, a milioni: davanti a uno schermo, non davanti ad una rivista.

 

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Ne approfitto per far notare che i videogames, le fiction e ovviamente il cinema esistono da parecchio tempo, e che quindi la generazione di cui stiamo parlando include fasce di età compresa fra i 13 e i 55 anni circa.

Nel caso non fosse ancora chiaro: stiamo quindi parlando della totalità della popolazione attiva mondiale…

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Stiamo perdendo definitivamente una generazione di persone ormai avanti negli anni, quelli che leggevano le riviste (ma in generale, che leggevano, punto), che avrebbe potuto trasmettere ai propri figli e nipoti la propria passione per le armi e il tiro, trasmettendone però anche i valori e la conoscenza tecnica, anziché solo “come si chiama, chi la fa, quanto costa” o la paura di possibili norme restrittive attuate dai governi.

 

Ma come possiamo trasmettere, insegnare qualcosa a qualcuno se non abbiamo nulla da mostrargli?

Fin dalla notte dei tempi, la conoscenza è stata trasmessa attraverso esperienza diretta, immagini, parole. Tre strumenti basilari ancora oggi.

 

Fin dai primi graffiti tracciati sulle pareti delle grotte del Paleolitico, nei millenni il mix e l’equilibrio relativo fra questi tre elementi è cambiato molto, dando più o meno risalto ad uno o all’altro a seconda del momento, ovvero a seconda delle caratteristiche culturali e delle consuetudini sociali delle epoche e delle popolazioni. Lascio a voi le conseguenti considerazioni sulle motivazioni alla base del successo di fenomeni e strumenti di comunicazione di massa come Youtube, Facebook e il Web in generale.

 

Tornando al piccolo mondo antico delle armi, proprio per questo quindi il primo obiettivo da perseguire attraverso GUNSweek.com ha invece connotazioni più legate agli effettivi desideri degli appassionati, fruitori di qualunque contenuto si possa pubblicare su un sito web o in una tradizionale rivista.

 

Le notizie estrapolate dai comunicati stampa aziendali servono ad informare in modo semplice sulle novità del mercato. Eppure già a questo livello, la cura editoriale e la forma visiva che diamo a queste notizie fanno una grande differenza qualitativa, come dimostrano le pagine di GUNSweek.com.

Ma ci rendiamo conto che è attraverso l’approfondimento delle informazioni che si soddisfano meglio gli interessi dei lettori, soprattutto quelli dei tiratori sportivi, che le armi le usano. Se poi i contenuti sono corredati da belle immagini e magari anche da video (quando il budget lo consente), tutto fila meglio.

 

Nei miei trent’anni di esperienza ho raccolto importanti insegnamenti, che mi hanno guidato nelle mie scelte.

Fra questi, il fatto che tanto l’informazione quanto la politica si basano sulle parole, ma con una differenza sostanziale fra loro.

Per fare buona informazione, hai bisogno di fatti che le persone possano verificare.

Per fare politica, hai bisogno di dare informazioni su cose che le persone non possano verificare.

Noi non facciamo politica. Noi facciamo informazione.

 

Chi vuol fare politica, si dedichi alla politica. Chi vuol fare informazione, dimostri di esserne in grado. Ma d’altra parte, sappiamo bene che ci sono persone che usano le pubblicazioni – soprattutto online – esclusivamente per fare politica, anziché informazione. Detto questo, criticare è sempre stato più facile che saper fare.

 

Ecco perché GUNSweek.com, per dare valore alla qualità del proprio lavoro, non ha alcun bisogno di parlarvi della città o del quartiere in cui opera, né di mostrarvi numeri non facilmente misurabili (se non sapete come) o il consenso (tutto da verificare) di politici, enti e istituzioni attivi nel mondo delle armi. Ovvero, cose che voi non avrete mai modo di verificare in concreto, ma in ogni caso, cose da cui non dipende mai la qualità del lavoro finale. Quello dipende solo dalle “capacità”, se ci sono.

 

Se GUNSweek.com otterrà il vostro apprezzamento, questo avverrà solo grazie alla qualità dei contenuti e dell’interesse che questi sapranno suscitare in voi, com’è giusto che sia. Se invece questo non accadrà, sarete liberi di criticare e suggerire: e se lo farete con sana passione, onestà e chiarezza, noi saremo lieti di ascoltarvi.

 

Fare tutto questo in modo appropriato richiede capacità ed esperienza, ma soprattutto molto impegno: chiarendo una volta per tutte che la gestione professionale di un portale web moderno e potente ha sempre costi superiori a quelli necessari per una rivista su carta, ma per fortuna, con risultati difficilmente comparabili fra loro. Nell’attuale complessità tecnica che caratterizza la gestione dell’informazione giornalistica o la comunicazione pubblicitaria, nel 2016 solo pochi stupidi possono ancora pensare (e far credere) il contrario.

 

Il web soddisfa più rapidamente e in modo più completo le curiosità della gran parte delle persone del mondo in cui viviamo, ma anche, in modo economicamente più efficace, le esigenze di comunicazione delle aziende che ne comprendono il valore.

Fra non molto tempo, anche gli appassionati di armi accetteranno l’idea di doversi abbonare ad una pubblicazione online, dandole fiducia, se vorranno accedere a contenuti e servizi di qualità. È il mondo che sta andando in questa direzione, ma non c’è nulla di male a pagare qualcosa, se si lavora con un approccio serio e professionale rispetto al modo in cui si fa informazione.

 

Nel frattempo, che lo facciate con uno smartphone, un tablet o un computer, o comodamente seduti in poltrona davanti ad un maxischermo connesso a Internet, vi auguriamo buona visione.

Bruno Circi

Direttore / GUNSweek.com

 

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"È divertente riuscire a fare ciò che sembrava impossibile"

Walt Disney

 

 

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